Museo di storia dell’enologia, descrizione degli ambienti

Il museo risulta così strutturato:
Ingresso: sono esposti alcuni reperti di terracotta di epoca egizia.
Cantina romana: sono esposti due grossi esemplari di dolium, anfore vinarie, ed è illustrato il procedimento con cui i Romani preparavano e invecchiavano il vino.
Sala dei banchetti: propone tre generi di vasi, cioè le idrie, usate per l’acqua, le anfore vinarie (per portare il vino in tavola) e i crateri, che servivano a miscelare il vino con una quantità prestabilita di acqua prima di servirlo.
Sala dei filtri: raccoglie filtri di terracotta decorata, dai quali bere il vino aromatizzato senza doverlo prima travasare. Era un vino aperitivo, usato per stimolare l’appetito, e da questo punto di vista diretto antenato del vermouth.
Sala degli attingitoi: la forma e la decorazione variano a seconda dell’epoca e della provenienza, spaziando dai buccheri etruschi alle oinokoe corinzie.
Sala delle coppe e dei bicchieri: squisita fattura e calda armonia di colori caratterizzano tutti gli oggetti esposti in questa sala. Tra essi uno skiphos, coppa dedicata al dio Eracle, e i rython a forma di corno d’animale.
Sala dei vetri romani: contiene una considerevole collezione di vetri dell’età imperiale, ma anche borracce da viaggio e patere per il sacrificio agli dei pagani.
Sale dei torchi: ci sono enormi esemplari di torchi a vite fissa, a vite discendente, alla genovese e a leva (detti di Plinio o di Catone, perché già descritti nelle loro opere).
Sala dei carri: si tratta di vere e proprie  opere d’arte. Il modello più antico è del 1653, altri sono databili tra il Settecento e l’Ottocento, e provengono dal Piemonte e dalla Romagna. Molto curiose anche le due stadere dalla lunga leva, che servivano a pesare il carro.
Sala degli argenti e dei vetri: espone opere d’alto artigianato e di oreficeria provenienti da tutto il mondo, come le anforette per i naviganti, le coppe gemelle di origine tedesca e i pezzi Biedermeier.
Sala del Centenario: qui si trovano il primo tino usato da Luigi Rossi nel 1863, due vecchi distillatori a legna e un campionario di erbe e altri vegetali aromatici usati per la produzione del Martini.
Sala del torchio di Catone, perché occupata quasi per intero da un enorme torchio datato 1721.
Sala delle curiositĂ : propone una raccolta eterogenea di oggetti legati al vino. Bottiglie dalle forme stranissime, cavatappi di ogni foggia, grolle valdostane e molto altro.
Sala dei tini e delle botti: ospita una botte chiamata “Mastodonte” datata 1860, dalle enormi dimensioni e capace di 20.000 litri.

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