Vezzolano, il presepe è da primato

Verso i diecimila visitatori. Con le offerte si risana il reliquiario.

Numeri da record per il presepe di Annarosa Nicola, allestito anche quest’anno nel refettorio dell’abbazia di Vezzolano. Sono state 9.500 le persone che hanno visitato la sacra rappresentazione tra l’Immacolata e lo scorso fine settimana, ultimo per l’apertura al pubblico. Ben 2.300 In più dell’anno passato, con tanto di code di turisti in attesa.
Le offerte raccolte grazie all’artista di Aramengo si aggirano intorno ai 10.000 euro, che saranno impegnati subito per la bonifica dai tarli della vetrina-reliquiario e per ristrutturare un altare minore, quello dedicato a San Maurizio.
Il successo è andato oltre le mie aspettative – dice Nicola, che da anni lavora alla rappresentazione – l’ingresso era a offerta libera e, in media, ogni persona lascia poco più di un euro. Poi cè anche chi non lascia nulla o chi fa un’offerta per l’intera famiglia”.
ll presepe di Nicola è celebre perché ripropone in maniera poetica e precisissima il mondo contadino piemontese dall’Ottocento in poi. Si tratta di pezzi unici, curatissimi nei particolari. Quest’anno la restauratrice di Aramengo ha proposto ad esempio una pescheria con tranci di ogni genere e addirittura i barattoli delle acciughe.
Ora sta già lavorando per la prossima edizione. “Sto realizzando l’autobiogafla della mia famiglia – anticipa – è una casa su tre piani.
Al piano terra c’è la bottega del barbiere, perché mio padre iniziò così per guadagnare qualcosa. Nella parte centrale ci saranno gli appartamenti, mentre la soffitta sarà un laboratorio di restauro, l’attuale attività di famiglia”.
Il presepe di Annarosa Nicola è un valore aggiunto per il patrimonio artistico di Vezzolano. Tanto più che le offerte raccolte tra i visitatori vengono investire proprio per interventi di restauro e conservazione. “Partiremo subito con la bonifica della vetrina-reliquiario: è urgente, perché i parassiti potrebbero moltiplicarsi e diffondersi su altri arredi – considera Maurizio Pistone della Cabalesta, una delle associazioni culturali che si occupano dell’abbazia – abbiamo preferito attendere la chiusura del prese per chiudere la sala dell’Abate. Non va dimenticato che da ora, fino al ritorno della bella stagione, a Vezzolano si vedranno meno turisti”.
Il restauro dell’altare di San Maurizio, a destra dell’ingresso alla chiesa, è invece ancora tutto da studiare con la Soprintendenza. “Come per tante
altre opere, abbiamo scarsa documentazione a disposizione – prosegue Pistone, che è anche autore dell’ultima guida pubblicata sull’abbazla – si suppone che sia stato fatto realizzare da Eugenio Maurizio di Savoia-Soissons, che fu abate commendatario dal 1648 al 1657”.
L’altare era destinato a contenere una tela raffigurante il Santo della Legione Tebea. “Come altre opere mobili della Chiesa, anche questa è stata spostata, per motivi di conservazione, in Soprintendenza”. L’altare mostra i segni di diversi interventi, con aggiunte e modifiche riferibili a epoche differenti.
Si dovrà stabilire cosa conservare, per non cancellare del tutto i segni della stratificazione storica. Il restauro, qualsiasi sarà quello deciso, dovrebbe essere complelato con l’inserimento di una copia fedele in grandezza naturale della tela. Rimarrà lì fino a quanto non si saranno realizzate le condizioni di sicurezza adeguate per poter esporre l’originale”.
Per Vezzolano, febbraio e marzo saranno mesi di transizione, utili per fare il punto della situazione e per capire cosa cambiare per far funzionare meglio l’offerta culturale. Il presidente dell’Associazione InCollina, Roberto Bechis, già la scorsa settimana valutava l’ipotesi di rinforzare di almeno una decina di elementi la squadra di volontari che tiene aperta l’abbazia nel periodo estivo, 7 giorni su 7. Al momento l’Associazione può infatti contare su 35-40 addetti.
Da risolvere anche il problema del bookshop, che propone le pubblicazioni sul monumento e sul romanico di zona in generale. E’ chiuso da un paio di mesi. “in inverno ha sempre aperlo saltuariamente – ammette Pistone – negli ultimi mesi abbiamo dovuto concentrare gli addetti per garantite le aperture e le visite al presepe”.