L’impianto duecentesco del castello, che nel corso dei secoli venne più volte distrutto e ricostruito, rimanda ai secoli del Medioevo in cui il territorio di Viale divenne feudo, probabilmente di dipendenza dei “de Viale”, all’epoca signori del luogo.
Verso la fine del XIII secolo si affermarono al loro posto i Calcagno “de Vialle”, che esercitarono per quasi due secoli una signoria pressoché unificata. Nel XV secolo i diritti passarono ai signori di Montafia e quindi agli Scarampi, investiti nel 1524.
Nella metà dello stesso secolo Anna Scarampi cedette una metà dei suoi diritti feudali al marito, che la vendette ai Balbiano: essi riuscirono ad ottenere anche l’altra metà del feudo, unificarono la giurisdizione e la mantennero fino al 1720. Intorno alla metà dell’Ottocento il castello passò nelle mani del conte Luigi Caissotti di Chiusano che intervenne con un’importante opera di restauro e ampliamento, visibile nelle due ali laterali e nel loggiato della facciata, sulla quale campeggiano lo stemma dei Balbiano e quello di un’altra famiglia nobile non identificata. Un altro piccolo stemma scolpito su pietra locale – probabilmente di cavaliere o nobile – si trova sull’ingresso laterale sud.
La proprietà passò poi all’industriale milanese Giuseppe Conti e fu sede dell’Asilo intitolato e suo nome e delle scuole. Nel 1918 venne acquistato dal comune di Viale e ne ospita tuttora la sede.
Oggi l’antico Castello appare come un palazzo ottocentesco intonacato e imbiancato. Alti terrapieni sorreggono il giardino articolato su due livelli. A quello superiore sul quale si prospetta la facciata si accede attraverso una simmetrica scala “a forbice”.
All’interno dell’androne si trova scolpita entro un medaglione marmoreo il volto della medusa, mentre al piano superiore al centro del loggiato campeggia un grande stemma dei Caissotti di Chiusano sorretto da una doppia rappresentazione di Ercole.
All’interno della sala consiliare sono conservati tre ritratti cinquecenteschi di cui due di personaggi della famiglia Balbiano e uno del Duca Carlo Emanuele I.
Interessanti da vedere sono l’antica ghiacciaia ed alcuni ambienti ipogei scavati nel tufo che partono dalle cantine del castello
Attualmente i saloni del Castello sono utilizzati come ristorante per cerimonie ed eventi. (foto Davide Pescarolo)
Per saperne di piĂą:
La “visione” di Frà Leopoldo