San Pietro, San Sebastiano Po

Inserimento ambientale
La chiesa è attualmente la cappella del cimitero di Navigliano, frazione del comune di San Sebastiano da Po, che si trova a pochi chilometri da Torino, dove la collina torinese incontra le prime propaggini del Monferrato. San Sebastiano da Po è situato su un’altura da cui si domina la piana vercellese. Navigliano sorge su una collina sulle pendici del colle “Bric verde”, 250 m s.l.m., che domina la borgata di Saronsella, a circa 3 chilometri a nord di San Sebastiano da Po. Citando gli storici A. Motta e l’ing. Eugenio Olivero «è una bella chiesetta Romanica nel territorio di San Sebastiano da Po ora Arcidiocesi di Torino, ergentesi sopra un poggetto della collina». Essa è assai importante non solo per la storia di questa regione, ma anche per lo stile romanico raffinato in cui fu costruita.

Notizie storiche
Le prime menzioni che riguardano la cappella detta di Nevigliano o Uvigliano risalgono a una bolla papale del 1148, da cui si ritiene che fosse uno dei più antichi Priorati di Vezzolano, retto dai monaci Agostiniani dell’abbazia di S. Maria di Vezzolano fino al XIV secolo. Si possono notare oggi, affiancati ad essa, antichi edifici che probabilmente facevano parte di un complesso ecclesiastico di tipo abbaziale. Le sue pertinenze erano notevoli e in particolare poteva godere delle rendite derivanti dal porto sul Po e dal mulino. La chiesetta di San Pietro conserva del periodo romanico solo l’abside e parte dei muri perimetrali. Originariamente il corpo rettangolare, probabilmente, era coperto da tetto a vista e successivamente allungato e coperto da una volta a botte; attualmente il tetto è in coppi. Da documenti di archivio si conferma che la costruzione dell’abside della chiesa possa risalire alla metà del secolo XII, mentre le parti superiori dei muri laterali e la volta a botte sull’aula furono eseguiti tra il 1584 e il 1647 come si deduce anche dalle relazioni delle visite pastorali.

Descrizione
La facciata presenta notevoli tracce di disomogeneità.
In epoca barocca, nel fianco destro a sud ovest, fu aperta una cappella dedicata a S. Antonio, a pianta quadrata, che ospita la pala dedicata a S. Antonio Venerato e in cui sono presenti angeli e volute a stucco.
L’edificio è orientato con abside semicircolare a sud est, a pianta rettangolare le cui proporzioni si discostano dalle classiche misure di edifici analoghi.
Nelle murature del presbiterio, leggermente rialzato, dove si trova l’altare, sono visibili tracce di cornice in pietra scolpita a canestro.

Il presbiterio è ancora coperto dall’originaria volta a botte con sezione leggermente ogivale.
Sopra il coro, a base semicircolare anch’esso, si nota un semicatino con caratteristiche gotiche così come l’arco trionfale che delimita il coro. Queste volte ed archi leggermente ogivali denunziano il limite tra lo stile romanico e quello gotico.

All’esterno le pareti hanno un basamento sporgente in blocchi lapidei e proseguono poi con mattoni e filari in pietra alternati; la parte finale dell’aula della chiesa è delimitata da due contrafforti per lato aggettanti all’esterno rispetto alle pareti laterali.
Sul contrafforte orientale si imposta il campanile in mattoni di linea sottile, scandito in tre ordini da due marcapiani laterizi. Esso è posto nella parte più elevata ed è di costruzione posteriore. La muratura in curva dell’abside è composta da un basamento in pietre squadrate e mattoni striati. Due lesene in pietra suddividono l’abside in tre campiture.

Al centro di ciascun campo si apre una monofora con arco monolitico a tutto sesto. Anche gli stipiti sono in pietra strombata e a riseghe. Sul lato nord-est si può notare una porticina ad arco a tutto sesto formato da due soli conci in pietra. In alto al centro si apre una piccola finestra arcata, con apertura a feritoia e tamponata da pietre disposte alla rinfusa. Il motivo decorativo del cornicione è formato da una fila di mattoni a dente di sega e liste di mattoni. Al di sotto un motivo di archetti incrociati posati su mensolette a forma di foglie, volti umani e sagome varie. Questo effetto policromo, tipico dei monumenti monferrini, è simile a quello che si vede nella chiesa di S. Maria di Vezzolano, tanto da far pensare che sia stato creato dalla stessa mano. È ipotizzabile che la costruzione di San Pietro sia contemporanea con il cantiere di ingrandimento della canonica di Vezzolano (seconda metà del secolo XII): in particolare i blocchi di pietra delle murature potrebbero provenire dalle stesse cave della chiesa madre.

Curiosità
La località fu abitata fin dall’alto Medioevo. I primi documenti la pongono sotto la signoria dei conti Radicati. La zona fu sede del priorato di San Michele di Radicata e ancor oggi noto come “Bric ‘dla Rià”; appartenne al Marchesato di Monferrato sotto la dinastia Aleramica sino al 1305, poi sotto i Paleologi sino al 1533 e infine ai Gonzaga dal 1536 al 1631. Al termine della seconda guerra monferrina, con il trattato di Cherasco, San Sebastiano da Po passò al ducato di Savoia. Il castello che sorge in località “Villa” ha origini medievali e, intorno all’anno 1000, vi erano delle fortificazioni o case forti. Fu totalmente rielaborato da Bernardo Vittone nel Settecento e affrescato da Pietro Bagetti a inizio Ottocento.