Santi Nazario e Celso, Montechiaro d’Asti

Inserimento ambientale
La chiesa dei Santi Nazario e Celso si trova nel Comune di Montechiaro d’Asti a circa 2 km dal centro paese in direzione nord-est.
Considerata la “perla del romanico astigiano” la chiesa ha un forte effetto cromatico dato dall’alternanza di mattoni e pietra arenaria; si presenta quasi completamente circondata da alberi, tranne nella facciata dove si può apprezzare il sagrato “naturale” di erba e pietre chiuso a nord dal maestoso campanile che sovrasta la chiesa stessa.
Il contrasto con il paesaggio circostante è molto suggestivo e nelle giornate più terse è possibile avere una vista quasi completa dell’arco alpino occidentale.

Notizie storiche
La chiesa dei Santi Nazario e Celso è la chiesa del villaggio di Mairano, uno dei tre borghi che fondarono il Comune di Montechiaro 
d’Asti nel 1200. Non esiste una datazione certa della costruzione anche se alcuni studi indicano il 1140 come anno di riferimento. San Nazario era una dipendenza dell’Abbazia benedettina della Torre Rossa di Asti, soggetta a sua volta a quella di San Benigno di Fruttuaria, pur sorgendo sul territorio della Pieve di Piesenzana (altro borgo fondatore del Comune). Nel 1159, Federico Barbarossa confermò all’abbazia della Torre Rossa di Asti i beni che questa possedeva in Mayeranum; nel 1203, un “Priore di San Nazario” partecipa al capitolo abbaziale a Fruttuaria; nel 1265, Papa Clemente IV con bolla papale conferma che la chiesa è alle dipendenze di Fruttuaria; nel 1345, nel registro diocesano risulta esente dalla giurisdizione vescovile in quanto dipendente dalla Torre Rossa. La Chiesa ha avuto un costante declino a partire dall’unificazione dei borghi nella villanova di Montechiaro che causò lo spopolamento degli stessi. Nel 1845 lo stato di degrado era tale da costringere il Vescovo a imporre che la S. Messa per la Festa di San Nazario fosse esercitata all’esterno. Nello stesso anno venne imposto il ripristino della chiesa. I lavori, iniziati nel 1847 e terminati nel 1849, vennero effettuati procedendo alla demolizione e numerazione dei pezzi per poi ricostruire la Chiesa. L’edificio attuale risulta ricostruito con dimensioni ridotte anche se non è chiaro se tale riduzione sia avvenuta in seguito a questo restauro o a precedenti interventi. Ulteriori restauri nel 1909 hanno interessato parte del Campanile e della Chiesa. Inoltre nel 1929-1930 vi sono stati interventi sulle fondazioni che risultavano danneggiate da atti vandalici (si pensa fossero buche create da cacciatori di tesori). Nel 1982, la Soprintendenza restaurò il Campanile con un intervento di consolidamento statico. Infine, nel 2000, in occasione del Grande Giubileo furono condotti ulteriori lavori di restauro e consolidamento del pendio.

Descrizione
L’edificio è ad aula orientata con pianta rettangolare di 9,2 m di lunghezza e 5,6 m di larghezza all’interno e con abside semicircolare di 2,1 m di raggio interno, la volta è a capanna. Sul lato nord-ovest si trova il campanile su base quadrata con lati esterni di circa 4,2 m e un’altezza di circa 20 m, con quattro piani fuori terra.

La facciata a capanna è in pietra e mattoni disposti a fasce alterne, delimitata agli estremi da paraste angolari.

Il portale, leggermente aggettante rispetto al piano di facciata, è delimitato da una lunetta sormontata da un arco a doppia cornice: in quella interna è scolpito un cordone a nastri intrecciati; in quella esterna, una fascia con decorazioni di cornucopie ed un’altra con intarsi policromi a “dente di lupo” in pietra e cotto. Agli estremi delle cornici si innalzano semicolonne con capitelli decorati e coronamento ad archetti intrecciati. Sullo stipite destro della porta si nota una scultura di animale.

Le fiancate esterne a sud e a nord hanno murature a fasce alterne in pietra e mattoni, con coronamento di archetti su mensoline decorate e soprastante cornice scolpita a doppio intreccio. Sul prospetto sud si aprono tre monofore a doppia strombatura e arco monolitico a tutto sesto, decorato con motivi vegetali. Sul prospetto nord vi è una sola monofora nel cui arco è scolpito un animale mostruoso che si morde la coda.

L’abside è a parete liscia con la parte inferiore in pietra e delimitata da lesene. Nella parte superiore si alternano fasce in pietra, fasce in mattoni e riquadri in mattoni. Come nei fianchi, il coronamento è costituito da archetti pensili in laterizio e sovrastante cornice in pietra. Vi si aprono tre monofore con archi privi di decorazione.

L’interno è completamente rifatto: i numerosi rilievi a stucco, le volte del semicatino, l’arco trionfale impostato su semicolonne e l’aula con volta a botte a sesto ribassato appartengono al rifacimento ottocentesco. Nell’abside vi è un altare in muratura con decorazioni e rilievi a stucco.

Il campanile di notevole altezza rispetto alla facciata, si sviluppa con motivi di arenaria e laterizi ed è scandito in tre ordini di marcapiani fasce di mattoni, archetti in laterizio e fasce a damier, fasce a nastro con motivi a “dente di sega”; ha aperture a monofore al primo livello, bifore al secondo livello assumendo così particolari proporzioni di leggerezza.

CuriositĂ 
Sul lato Sud è visibile la base di una meridiana canonica. La meridiana è lo strumento utilizzato in antichità per misurare il tempo con il sole, quella canonica scandiva il tempo in base al sole andando ad indicare le ore della Preghiera.