Inserimento ambientale
La chiesa di San Martino si trova quasi al centro dell’area cimiteriale del paese di Buttigliera in un pianoro verdeggiante a sud del concentrico. La chiesa infatti nacque come parrocchiale del borgo di Mercuriolo. Dopo la scomparsa del villaggio contadino, e il trasferimento della popolazione entro le mura del nuovo comune, nella zona si sviluppò il cimitero, e la chiesa fu adibita alla nuova funzione. Tutte le fonti concordano nel riconoscere nella regione occupata dalla chiesa (regione Marcarolo) il territorio dell’antica Mercurolium, villaggio incastellato scomparso negli ultimi decenni del XV secolo. La cappella cimiteriale di San Martino è la più antica chiesa del territorio buttiglierese. Risale probabilmente all’epoca carolingia (774-887), quando i Franchi dominavano nell’Italia settentrionale. Sappiamo, infatti, che si erano insediati numerosi nell’Astigiano, soprattutto nella piana di Buttigliera e Villanova, come si desume dai toponimi antichi della zona: Subrí (Solbrito), Spuní (Supponito), Busní (Bosnito), Mainí (Mainito), Luansí (Lovencito), ecc., sono composti da un antroponimo e da un suffisso di tradizione francone.
Notizie storiche
La prima attestazione della cappella risale al 1034. In quell’anno l’abbazia benedettina di San Silvestro di Nonantola (Modena), con un atto di permuta, cedette ai conti di Pombia le sue terre chieresi e astigiane, tra cui Riva, Oviglia e, in territorio buttiglierese, il villaggio di Bosnito, il bosco di Celere (Celle), la curtis presso il rio Traversola (localizzabile a Mercuriolum, a breve distanza dall’odierno abitato di Buttigliera) con l’annessa chiesa dedicata a San Martino. Nella prima metà del secolo XII i conti di Biandrate, discendenti dei Conti di Pombia, già crociati in Terrasanta e signori di Mercuriolo, donarono la cappella all’Ordine ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme, fondato al tempo della prima crociata per assistere i pellegrini diretti ai luoghi santi. L’hospitale (casa ospitaliera) costruito nei pressi della chiesa di San Martino, come ogni altro ospizio gerosolimitano, alloggiava ed eventualmente curava i poveri e i pellegrini transitanti per le strade della piana di Villanova e Buttigliera. A partire dagli anni 1264-1269, epoca della fondazione della villa nova di Buttigliera, iniziò la decadenza di Mercuriolo, che culminò nel secolo XV nella totale scomparsa del villaggio. La cappella di San Martino restò proprietà della commenda. Nel 1799, con la soppressione dell’Ordine di San Giovanni, passò al Comune, il quale nel 1876 decise di rifarne la facciata e l’altare. Inoltre fu costruito il setto murario a dividere il presbiterio dall’aula e furono restaurati gli affreschi dell’abside, in gran parte deteriorati.
Descrizione
Le vicende dell’edificio appaiono assai complesse e di difficile lettura. La tecnica esecutiva della parete sud differisce da quella del muro nord e dell’abside. Nella prima la tessitura bicroma denota una maggiore padronanza costruttiva e conferma l’appartenenza della chiesa alla «scuola del Monferrato».
1. La travagliata muratura della parete nord è un prodotto di più rimaneggiamenti. In essa la parte centrale pare essere la più antica per l’impiego di materiali comuni (ciottoli e mattoni) con tegole e frammenti di anfore di epoca romana, disposti anche a filari «a spina di pesce», ma piuttosto irregolarmente e con giunti di malta molto spessi. Le due monofore tamponate con gli archi a grossolani conci di pietra alternati a elementi di cotto di forma approssimativa sono di rozza esecuzione e di dimensioni inusitate rispetto alle chiese della zona.
2. L’abside, a impianto semicircolare, costruita con una tessitura regolare di mattoni, appartiene ad una fase successiva, attorno alla metà del Quattrocento.
All’interno della chiesa, in corrispondenza del catino absidale, si trovano intonaci con frammenti di affreschi, con data 1454 ora purtroppo non più leggibile. Essi raffigurano probabilmente San Martino di Tours con mantello rosso e San Bernardo di Mentone, vescovo di Aosta, che curiosamente tiene alla catena un piccolo diavolo. Nella zona superiore sopra a fasci di cornici policrome, si osserva Cristo Benedicente in mandorla tra i simboli degli evangelisti. Si può supporre che la costruzione dell’abside sia in sostituzione di una struttura precedente, coeva alla prima fase costruttiva dell’edificio, come dimostrerebbe il riuso degli archinvolti in pietra delle monofore. In un inventario figurato del 1751 è rappresentata una precedente facciata a capanna, compresa tra due contrafforti. La porta arcata, inserita in un portale leggermente aggettante, era affiancata da due finestre rettangolari e sormontata da un oculo. Nell’attuale facciata, costruita nel 1876 su disegno dell’ingegnere G. Ferrando di Torino, furono riproposti gli stessi elementi costitutivi della precedente (portale, finestre, contrafforti), riletti in chiave spiccatamente neoromanica.
Curiosità
3. In tutta la parete sud e nell’abside sono incise molte iscrizioni, in latino o in italiano, in parte corrose e illeggibili, risalenti ai secoli XVI- XIX, e per lo più relative a deceduti del paese. Alcune scritte ricordano eventi calamitosi come la pestilenza dell’anno 1522 (Anno Domini 1522 maxima pestis vigebat Butiglerie), la caduta di un tratto delle antiche mura medievali di Buttigliera, che causò la morte di sei donne (1544 24 martii pars una meniarum occidit numerum mulierum 6), le grandinate (1557 die 24 maii tempestavit). Al secolo XI o al secolo seguente risale l’iscrizione più antica, murata nella parete sud. Essa indica il luogo di sepoltura dei sacerdoti che officiavano la chiesa di Mercuriolo: Hic iacent sepulti sacerdotes Dei.