A Capriglio si conserva un peperone dalle origini antiche, coltivato da quasi due secoli e la cui semenza è stata tramandata di generazione in generazione dagli agricoltori locali. È una pianta molto rustica e vigorosa, i cui frutti a forma di cuore, di dimensioni medio-piccole, sono di colore giallo o rosso.
Dopo la metà del secolo scorso, con l’introduzione sul mercato di nuove varietà di dimensioni maggiori, la domanda di questo particolare peperone si è abbassata tanto che in pochi anni la sua produzione si è ridotta a coprire solo il consumo familiare.
Alcuni produttori hanno quindi pensato di ridare vita alla coltura di questo ortaggio ottenendone anche il Presidio Slow Food nel 2010. Oggi una decina di loro mantiene il prezioso patrimonio genetico tramandato, custodendo di anno in anno i semi.
Grazie allo spessore della bacca e al loro gusto dolce, i peperoni di Capriglio sono apprezzati per la conservazione ‘sotto vinaccia’, che consiste nel posizionarli in una damigiana a collo largo e coprirli con un’emulsione di aceto, acqua e sale; dopo averli sigillati con le vinacce derivate dalla torchiatura del vino, i peperoni sono pronti da consumare dopo un mese di ‘riposo’.