Castello di Passerano, storia


Le prime notizie risalgono alla fine del 1200 quando i feudi di Passerano e Schierano vennero acquistati dalla famiglia dei Radicati di Cocconato. Probabilmente in questo periodo venne edificata la parte centrale del castello, a cui seguì l’ampliamento quattrocentesco.
All’inizio del 1500 la contea di Passerano fu coinvolta negli scontri per il dominio del territorio: venne occupata dalle truppe imperiali spagnole che cercarono di sottomettere i Francesi asseragliati nel castello finché, grazie all’intercessione della marchesa di Pescara, gli Spagnoli tolsero l’assedio.
Nel 1530 l’imperatore di Spagna Carlo V confermò l’autonomia della contea e concesse ai Radicati il privilegio di battere moneta in oro e argento. Le prime monete furono emesse a partire dal 1589 dalla Zecca di Passerano, edificio ancora esistente e ubicato alla sinistra della porta d’ingresso del recinto del castello.
Uno dei primi maestri di zecca fu Tommaso Roglia, di Torino. Le lettere “T R” iniziali di Tommaso Roglia appaiono su diverse monete battute a Passerano. In questa sede vennero soprattutto contraffatte monete delle grandi zecche. Oltre alle monete locali, si imitavano in bassa lega monete lombarde, venete, svizzere, tedesche e francesi. La zecca continuò la sua attività sino al 1598, anno in cui il privilegio fu revocato dal duca di Savoia, poiché si continuava a coniare monete false.
Negli anni successivi la fortezza venne occupata e fortificata dagli Spagnoli e, nel 1551, i Francesi riuscirono a riconquistarla e a demolire le fortificazioni che la cingevano.
Verso la fine del secolo i Radicati si sottomisero a Carlo Emanuele I duca di Savoia e nelle guerre di successione del Monferrato nel 1600, Passerano e gli altri possedimenti dei Radicati subirono nuovamente le devastazioni spagnole.
Verso la metà del XVII secolo, Alessandro Radicati restaurò il castello a riparazione dei danni subiti nei decenni precedenti: a lui si deve la ricostruzione e la sistemazione dell’area a sud-ovest. Intorno alla metà dell’Ottocento il castello fu ancora oggetto di ristrutturazioni e assunse l’aspetto che ancora oggi conserva.  (foto Davide Pescarolo)

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