Cammino Romanico Cortazzone – Bagnasco – Montafia

Dati tecnici
Lunghezza (km): 12
Durata: 3 h
Difficoltà: turistica

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Descrizione del percorso
Prima tappa, partenza (45 min). Voltate le spalle alla chiesa di San Secondo (sul piazzale erboso c’è una fontanella, per chi pensi d’aver bisogno di acqua) inizia il percorso, nel primo tratto tutto in falsopiano, snodato sulla cresta della collina di Mongiglietto. Si procede su una strada asfaltata, priva di traffico e, dopo un chilometro circa, attraversata la piccola borgata di Mongiglietto, la strada diviene sterrata e si entra nel bosco. Poche centinaia di passi e si arriva alla provinciale che, da Montafia, porta a Viale. Il luogo è tradizionalmente chiamato del termu forà, cioè il termine, la pietra di confine posta tra Montafia, Viale e Bagnasco. Si trattava di un blocco di arenaria, di forma irregolare, che i millenni avevano scavato e forato. Di quella pietra, tuttavia, oggi non c’è più traccia, se non nella memoria.

Seconda tappa (45 min). Seguendo la provinciale si inizia a scendere. Dopo due tornanti si è a fondo valle: subito appaiono le absidi dell’antica pieve di San Giorgio, oggi chiesa cimiteriale, con affreschi assai pregevoli. L’abitato di Bagnasco è più in alto. Lo si raggiunge in pochi minuti e si entra nel recinto attraverso una arco gotico, assai sbrecciato. È evidente la struttura del luogo, con tutte le case che si aprono verso l’interno del perimetro, un tempo fortificato. Tornati al cimitero, si lascia l’asfalto. Una strada in discesa, tutta erbosa, riporta al fondo della valle, tra seminativi e prati. Si seguono le indicazioni e, sempre attraverso i prati, si passa dietro una grande cascina, chiamata Cascina Nuova. Di qui il percorso inizia a salire. Si passa di fianco al campo sportivo e si giunge alla piazza di Montafia (piazza Camillo Riccio). Sulla destra, vicino al municipio, c’è una fontanella.

Terza tappa (30 min). Traversata la piazza, si passa sotto il portone, un antico arco, oggi a fianco dell’ufficio postale.
Ripida discesa e si risale sull’altro versante della vallata, attraverso una specie di forra. Giunti alla cima, si è sulla strada comunale (asfaltata). Si piega a destra e, tenendo sempre la destra, in pochi minuti (attraverso la Strada dei Boschi) si è al cimitero di Montafia. La chiesa di San Martino ha una bella abside romanica e, all’interno, alcune rustiche raffigurazioni di San Martino, a cavallo.
Anche questa chiesa merita una visita quindi, tornando indietro sul percorso precedente, si costeggiano poche case.

Quarta tappa (60 min). Si prosegue sulla strada asfaltata, in cresta alla collina. Dopo un chilometro circa, si è all’incrocio con la strada che va da Montafia a Palazzo Borello. Si segue per poche centinaia di metri la strada verso Palazzo Borello e, al primo bivio, si piega a sinistra: il cartello dice “Case del Lupo”. Si vada tranquilli, di lupi non c’è traccia, mentre si inizia a scendere tra vigne e boschetti. Giunti al fondo della vallata, già si intravede la chiesa di San Secondo. Seguendo le indicazioni, in poche centinaia di metri si è sul sagrato della chiesa.